Jan Andrzej Morsztyn

Jan Andrzej Morsztyn Fu un poeta particolarmente apprezzato in patria, meno all'estero. Il suo stile, colorito e bizzarro, fu particolarmente influenzato dalla lettura delle maggiori opere della letteratura italiana: lesse Dante, Francesco Petrarca, Jacopone da Todi e Niccolò Machiavelli. Compose la maggior parte delle proprie poesie prima del 1668 e della successiva vita politica troppo tormentata.

Si tramanda che Morsztyn lasciasse circolare opere autografate e scritte a mano liberamente nel regno e questo gli provocò non pochi problemi: raccontano infatti che i suoi nemici politici utilizzarono ogni espediente per screditarlo agli occhi di Giovanni III. Fu costretto in esilio in Francia dopo la scoperta di alcune lettere che indicavano il suo tradimento nella causa della costituzione di una Lega Santa anti-Turca.

Artista bizzarro e geniale, concentrò la sua opera sull'eros, ispirandosi a Saffo e Boccaccio, sulle emozioni sfuggevoli come la paura, sulle passioni terrene e sulla politica, spesso usando i propri versi per screditare i nemici con le più colorite allusioni criptiche, in perfetto stile dantesco. Ricorse poco alla satira, poiché la considerava troppo volgare: per screditare i propri nemici preferiva scriverne i vizi, presentandoli come virtù (sarcasmo bonario).

Fu anche un apprezzabile traduttore, conoscitore della lingua italiana e di quella francese: tradusse Torquato Tasso, Giambattista Marino e le tragedie del francese Pierre Corneille, che conobbe personalmente durante l'esilio. La sua traduzione de ''Le Cid'' (1636) in polacco è ancora oggi considerata la migliore. da Wikipedia
Mostra 1 - 1 risultati di 1 ricerca 'Morsztyn, Jan Andrzej 1613-1693', tempo di risposta: 0,02s Raffina i risultati


Strumenti per la ricerca: Feed RSS Invia questa ricerca per email